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Retail

Osservatorio Gdo Mediobanca: volumi in calo nel 2023

I consumatori hanno puntato sulla marca del distributore che raggiunge 25,4 miliardi, +7,2% rispetto al 2019

Impatto negativo sui volumi della Gdo anche nel 2023 mentre i consumatori hanno premiato i prodotti a marchio del distributore (Mdd). Si legge nell’ultima edizione dell’osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare a cura dell’area studi Mediobanca. Lo studio aggrega i dati economico-patrimoniali di 129 aziende nazionali e 32 maggiori player internazionali per il periodo 2019-2022. Ma non manca un riferimento al 2023.

Nel 2023 ha pesato ancora l’inflazione

I numeri dell’osservatorio evidenziano gli impatti delle dinamiche inflattive sulle vendite. L’aumento generalizzato dei prezzi ha spinto le vendite nominali: +8,3% sul 2022, ma con un impatto negativo sui volumi (-1,7%). Nella comparazione con l’anno precedente emerge che i “distributori hanno assorbito parte dell’inflazione dei fornitori (+11% l’aumento annuale dei prezzi alla produzione dell’industria alimentare e bevande sul mercato interno), trasferendo sui prezzi al dettaglio un livello di inflazione medio del 6,3% (variazione media annua), nel 2023 il gap si è ridotto e la variazione media annua dei prezzi al consumo ha superato quella dei prezzi alla produzione (+8,2% vs +6,3%).

I consumatori hanno scelto la marca del distributore

I consumatori  hanno puntato sul risparmio anche nel 2023. E’ diminuita la brand e store loyalty e i consumatori “hanno premiato i prodotti a marchio del distributore (Mdd) ai quali riconoscono convenienza ma anche qualità e affidabilità“. Vediamo i numeri che nel 2023  hanno visto le vendite della private label, comprensive del canale discount, raggiungere 25,4 miliardi (+7,2% medio annuo dal 2019), pari a quasi un terzo dell’intero mercato, avvicinandosi sempre più alla media europea (38% di market share).

Uno sguardo al 2020: fatturato da 102 miliardi

Interessanti i numeri riportati nel report dell’osservatorio  e relativi al 2022 quando i maggiori gruppi italiani della Gdo a prevalenza alimentare hanno  realizzato un fatturato netto pari a 106,2 miliardi (IVA esclusa), di cui 16,4 miliardi in capo a operatori a controllo estero (15,4% del totale).  Se prendiamo a riferimento i quattro anni  dal 2019 al 2022 emerge un dato che fa riflettere: “Le vendite sono aumentate del 20,4% con un tasso medio annuo del 6,4%. Tuttavia l’ebit margin nel 2022 è sceso all’1,9% dal 2,2% del 2021, dopo aver raggiunto il picco nel 2020 (2,6%)”.

I numeri dei protagonisti: crescita record per Aldi che supera il 30%

Vediamo i singoli operatori. Emerge Aldi che ha “realizzato la maggiore crescita del fatturato tra il 2019 e il 2022: +33,2% medio annuo, seguita da Radenza Group (+15,4%), In’s Mercato (+14,6%), Tatò Paride (+13,4%), Apulia Distribuzione (+10,5%) e MD (+10,3%)”. Nell’ultimo anno c’è sempre Aldi in testa con una crescita del 29,8% sul 2021, seguita “da Apulia Distribuzione (+25,5%), Radenza Group (+17,1%) e In’s Mercato (+16,1%). Ebit margin 2022 più elevati per i discount Eurospin (6,3%) e il suo master franchisee Cive (6,9%); in terza posizione Ingross Levante (5,7%)”.

La classifica per Roi vede sul podio: “Radenza Group (33,1%), Tatò Paride (19,8%) e AZ (19,7%), si avvicina Eurospin (19,1%) che si afferma regina di utili cumulati tra il 2019 e il 2022: 1.160 milioni, superando VéGé a 940 milioni e Selex (890 milioni).

Cooperative: sul podio Conad e Coop

PAC 2000 A (Gruppo Conad) è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2022 pari a 4.215 milioni, seguita da Coop Alleanza 3.0 a 4.148 milioni e Conad Nord Ovest a 2.877 milioni che precede Nova Coop a 2.701 milioni. Il prestito soci del sistema Coop segna un’ulteriore decrescita dagli 8 miliardi del 2019 ai 7,7 miliardi del 2022. Negli ultimi 4 anni le Coop hanno realizzato proventi finanziari netti per 456 milioni e subìto svalutazioni per 470 milioni.

Crescono i discount ma ne abbiamo meno di Polonia, Germania e Spagna

La quota di mercato di discount è passata dal 18,9% del 2019 al 23% del 2023. In Italia ci sono 94 discount ogni milione di abitanti, meno che in Polonia (128), Germania (115) e Spagna (101), ma più che in Francia (49) e Regno Unito (27). I discount doppiano la Gdo tradizionale: nel 2022 il fatturato è cresciuto del +9,9% medio annuo sul 2019 (+5,5% gli altri operatori), +13,4% sul 2021 (+7,9 la Gdo tradizionale). Spicca la marginalità: ebit margin 2022 dei discount al 4,3% vs 1,3% dei gruppi tradizionali, Roi al 13,3% (3,6% gli altri operatori) ed esplodono gli investimenti in dotazioni strutturali (+26,1% tra il 2019 e il 2022; -15% gli altri operatori).

In testa Eurospin

Ecco la classifica: Eurospin nel 2022 vale il 31% del segmento (era il 26,9% nel 2011), seguono Lidl che passa dal 20,1% del 2011 al 22,3% del 2022 e MD dal 5,4% al 15,6%. In cinque anni Aldi ha raggiunto il 2,7% del mercato discount; avanzano anche D.Più (dal 3,5% del 2011 al 3,9% del 2022) e Prix (dallo 0,8% al 2,3%).

Si sono ridotte, invece, le quote di Penny Market (dall’8% al 5,9%), In’s (dal 5,5% al 4,6%), Todis (dal 4,7% al 4%), ARD (dal 2,1% all’1,9%) e Ekom (dal 2,2% all’1,6%) e le altre insegne minori (dal 20,7% del 2011 al 4,1% del 2022) rendendo il mercato più concentrato. Disponibili i numeri di Aldi: nel 2022 la società ha realizzato vendite per 663,4 milioni attraverso 139 negozi (erano 50 nel 2019); dall’inizio dell’attività in Italia nel 2018 Aldi ha accumulato perdite per 481,8 milioni, incluse quelle generate da oneri per locazione di punti vendita da consociata.

Il market share

Tra il 2019 il 2022 la market share dei sette gruppi della Distribuzione Organizzata, con esclusione delle due cooperative Conad e Coop, è cresciuto di oltre cinque punti percentuali. VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (sei), due dei quali già aderenti ad altre strutture (D.IT e C3). Nel 2022 emerge Agorà: la più alta marginalità (ebit margin 4,1% e Roi 10,2%) e vendite cresciute dal 2019 ad un tasso medio annuo del 9,6%.

Il cagr medio del +6,3% tra 2019 e 2022 è superato anche da Selex (+7%) che resta invece indietro sui margini (ebit margin 1,7% e Roi 5,1%). C3 e VéGé restituiscono un rapporto tra mon e fatturato pari, rispettivamente, al 3,2% e 2,2%, più alto di quello medio (2,1%), ma presentano un diverso posizionamento in termini di Roi: superiore alla media del 6,5% per VéGé (7,7%), inferiore per C3 (6,1%) che mostra il più basso tasso di crescita medio annuo del fatturato (+3,7%). Ultime per ebit margin Crai (1,2%) e per Roi Despar (3,3%).

Sono 25 le aziende della Distribuzione organizzata che superano i 500 milioni

Le aziende della Distribuzione organizzata con fatturato superiore a 500 milioni sono venticinque. Il maggiore incremento di fatturato nel 2022 è stato realizzato da Metro Italia (+34,7% sul 2021) che distanzia Syneos (Ergon) (+20,1%), i Supermercati Tosano Cerea (+18,4%), Multicedi (+16,7%) e Retail Evolution Holding (Iperal) (+15%).

Gruppo Arena presenta l’indice di redditività del capitale investito (Roi) migliore (17,8%), seguita dal Gruppo Rossetto (17,7%) e altri sei con indici in doppia cifra. Altri 20 associati hanno realizzato nel 2022 un giro d’affari compreso tra i 200 e 500 milioni di euro. Tra queste, la crescita maggiore del fatturato tra il 2021 e il 2022 è stata registrata da Sidi Piccolo – Sistema Distributivo Innovativo (+21,4%), seguita da 5 Erre (CDS) (+14,4%) e Supermercati Visotto (+14%). Quest’ultime nel 2022 emergono anche in termini di ebit margin pari, rispettivamente, al 3,7% e 3,6%, alle spalle di ISA – Industria Servizi Agroalimentari (4,5%) e L’Abbondanza (4,4%) il cui Roi si attesta al 12,6%, in terza posizione dopo SISA Sicilia (20,8%) e Gambardella (19%).

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